Scusate, sarei dovuto venire in questa isola splendida cinquanta anni fa, devo recuperare.
(Orhan Pamuk)
Con i #viaggiatoridoro ci spostiamo dalle spiagge dorate di San Vito Lo Capo, via mare, alla volta della più grande tra le isole Egadi: Favignana, dominata a ovest dal Monte Santa Caterina (287 m).
Irresistibile e sorprendente, Favignana deve il suo nome al vento “Favonio”, caldo e secco (lo Zefiro dei Romani), che già dice molto della sua natura selvaggia e nobile. Il pittore Salvatore Fiume la definì una “farfalla sul mare” per la sua caratteristica sagoma che dall’alto ricorda proprio questo animale con le ali spiegate.
La figura rocciosa dell’isola è immersa in un blu senza eguali e le sue radici affondano nel mito. Qui navigarono Ulisse ed Enea e dopo di loro vi approdarono i Fenici.
Tanto basterebbe per volere scoprire questo luogo dove leggenda, natura e storia tessono la trama dei giorni.
Le sue coste sono bellissime, basse, frastagliate e ricche di antri, grotte e calette che solo via mare mostrano per intero la loro straordinarietà.
Le sue spiagge più rinomate sono quelle di Miramare e Lido Burrone, sul versante meridionale, che i tantissimi turisti ricordano a lungo dopo esservi stati.
Il piccolo paese, raccolto intorno al porto in cui attraccano gli aliscafi che fanno la spola tra l’isola e la nostra Marsala, conserva ancora costruzioni di valore, chiesette barocche che sembrano disegnate e la palazzina dei Florio, sede dell’Antiquarium, al cui interno sono custoditi reperti ripescati dalle navi romane affondate intorno all’isola.
A Favignana era presente la più grande tonnara del Mediterraneo dove, fin dai tempi dei Fenici, si praticava la mattanza (antico metodo di pesca del tonno).
Questo tipo di attività è terminata negli anni Settanta, salvo alcune rievocazioni di tipo turistico, e gli edifici in riva al mare dell’antico complesso peschiero dei Florio sono diventati un interessante monumento archeologico industriale.
Questa tonnara, ai tempi d’oro, era capace di pescare dai settemila agli ottomila esemplari.
Vista l’abbondanza di pescato e produzione, i Florio a fine ottocento escogitarono un innovativo metodo di conservazione del tonno, provando per primi a cuocerlo e ad immergerlo nell’olio.
Per questo, a Favignana è quasi d’obbligo assaggiare come prima specialità il tonno fresco sott’olio.
Una prelibatezza nata da necessità e ingegno, ottima servita come prezioso antipasto o usata per condire gli spaghetti con un semplice soffritto di aglio e prezzemolo.
Il vino che ne esalta il sapore? Guardiani di Aralto – Grillo Doc Sicilia Riserva
Una volta conosciuta, Favignana non potrà che conquistarsi un posto speciale tra i ricordi dei viaggiatori.
Ne avranno amato i sapori, i colori intensi, che colorano tramonti e mare, e i profumi dei giardini che il cuore dell’isola cela, nati dalle cave di tufo dismesse, oggi rinverditi da alberi di mandorlo, arancio, fico d’india.
Prossima meta?
… i #viaggiatoridoro la sveleranno solo nel prossimo post!