Erice, un borgo fatato

Bisogna andare in Sicilia per constatare quanto è incredibile l’Italia

Leonardo Sciascia

Lasciamo quasi a malincuore il mare di Trapani, ma soltanto perché ci aspetta una meta irrinunciabile per chiunque abiti o visiti la Sicilia.

È un posto magico, un universo da fiaba: appare come un’incantevole anomalia per chi pensa che la nostra isola si traduca in sole, mare e cannoli.

Stiamo parlando di Erice, un borgo fatato, poggiato sulla sommità del Monte San Giuliano, spesso avvolto da candide e suggestive nebbie …

Se a Trapani avete avuto la sensazione di avere sempre il mare a portata di mano, ad Erice avvertirete la stessa sensazione con il cielo: l’aria è così rarefatta e pura che ci si sente più vicini alle nuvole che alla terra.

La strada che porta a questo soffice paradiso è semplicissima. Partendo dalla provincia trapanese, basta attorniare il monte su cui svetta oppure prendere la comodissima funivia che in poco meno di dieci minuti vi porta sulla cima.

Una volta su, si spiega presto il perché Erice sia una delle principali tappe del nostro viaggio. Provate con noi questo piccolo incantesimo.

Appena arrivati, magari quando il sole è già tramontato, affacciatevi dalla piazzola che anticipa l’ingresso in città. Fermatevi, chiudete gli occhi, respirate e poi riaprite gli occhi: davanti al vostro sguardo prenderà forma l’incredibile scenario dell’arcipelago delle isole Egadi, l’articolazione luminosa delle strade che corrono lungo la punta estrema della Sicilia occidentale.

Non nascondiamocelo, è un po’ come vestire i panni degli dei greci che hanno generato e disposte le pietre su cui ora passeggiate.

Resta ancora un segreto che vi vogliamo svelare. Una cosa da cui nessun visitatore di Erice può esimersi.

Avete presente quelle nuvole di cui parlavamo prima? Quelle che puoi sfiorare mentre cammini sui ciottoli della “città dalla cento chiese”? Ecco, gli ericini hanno trovato un modo per assaporare il gusto delle nuvole.

Si chiamano genovesi, delle piccole nuvolette dal cuore di crema, e spariscono in bocca lasciando il sapore dolce dell’aria che rinfresca le vie.

E se volessimo replicare queste soffici nuvole di crema?

Secondo la ricetta della più famosa cultrice della preparazione della genovesi, la mitica Maria Grammatico che ad Erice ha la sua inestimabile pasticceria, per fare le genovesi c’è bisogno di: farina di grano duro e farina 00, zucchero, burro, tuorli, un po’ d’acqua e naturalmente la dolce, dolcissima crema per il ripieno.

Non vi private della possibilità di assaggiare di cos’è fatto il cielo, quando a separarvene è solo il morso di una genovese!

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